Come trasformare un errore in un’opportunità per vincere? Insieme si può!
Ogni giocatore ha vissuto, almeno una volta, il tanto temuto “momento no”: una fase, più o meno lunga, in cui tutto quello si prova sembra non funzionare, non si riesce a finalizzare il punto come si vorrebbe e gli obiettivi sembrano difficili da raggiungere. Nello scorso articolo abbiamo affrontato la gestione di un errore o di un momento difficile a livello individuale; oggi parleremo della gestione a livello di coppia. Nel padel siamo una coppia, si vince e si perde in due, per cui diventa fondamentale entrare in contatto con il nostro partner, sviluppare uno spirito di squadra, un senso di appartenenza, che può fare la differenza per essere superiori agli avversari.
Quali sono quindi gli aspetti principali da tenere presente e gli step da seguire dopo un errore?
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Riconoscere e accettare la responsabilità per il proprio errore e accogliere la frustrazione che ne può derivare.
Molto spesso accade che un giocatore non sia consapevole delle dinamiche che avvengono in campo e scarichi la responsabilità di un punto perso fuori di sé: alle palline, alla racchetta, all’illuminazione non adeguata, al proprio compagno che magari non ci ha seguito nelle nostre intenzioni di gioco, a un avversario maleducato, a un punto dubbio, alle condizioni climatiche, solo per citare qualche esempio. La proprietà dell’errore invece è essenziale per sviluppare il senso di responsabilità personale all’interno della coppia. Quando ci assumiamo la responsabilità, siamo in grado di intervenire e modificare l’errore. Se continuiamo a investire altri per ciò che avviene in campo, difficilmente troveremo soluzioni efficaci in grado di correggere ciò che non sta funzionando.
2. Rivedere insieme il gioco
Responsabilità inoltre, implica che una volta individuato l’errore, fisico, tecnico o tattico che sia – come l’aver anticipato troppo una palla o esserci arrivati in ritardo, oppure l’aver fatto una scelta tattica errata – ci si concentri sul rivedere insieme il gioco per determinare come e perché si è verificato l’errore. Attenzione sempre a riferirsi al gesto tecnico, o alla scelta tattica e mai giudicare la persona in termini di identità. Potremmo anche ripetere il colpo nel modo corretto per permettere al corpo di riprodurre immediatamente il gesto e memorizzarlo correttamente.
3. Pianificare la tattica e trovare eventuali soluzioni alternative.
È importante determinare insieme una strategia per intraprendere azioni correttive per il punto successivo.
In tutto questo processo un buon dialogo con il nostro compagno può esserci di grande supporto.
In un momento difficile e stressante, se su un punto importante il nostro compagno sbaglia, può accadere facilmente che la reazione sia quella di utilizzare parole negative o aggressive o di suggerire cosa non fare, senza rendercene conto. Una reazione sbagliata anche di pochi minuti può risultare difficile da rimediare e provocare un effetto a cascata sullo stato emotivo e mentale.
È invece più utile esprimerci sempre in forma positiva perché il cervello non concepisce la negazione. O meglio deve prima pensare a una cosa, per poi negarla.
Quindi se, ad esempio, a fronte di un errore diciamo “Non ci pensare”, la prima cosa che il nostro compagno farà è di pensarci. Se lo vediamo ansioso, dirgli di non agitarsi finirà per sortire l’effetto inconscio diametralmente opposto a quello sperato.
È preferibile cercare di supportarlo dicendogli “ce la possiamo fare”, “vinciamo questo punto”, “gioca regolare”, piuttosto che “non ti preoccupare, non è difficile” “non dobbiamo perdere”, “non rischiare”. Nel secondo caso, infatti l’attenzione verrà carpita dalle parole negative preoccupare, difficile, perdere, inducendo maggiore preoccupazione e sviluppando uno stato d’animo depotenziante.
Pertanto, mentre un dialogo costruttivo e propositivo può avvicinarci e motivarci, rimproveri, giudizi e lamentele possono allontanarci e scoraggiarci. Imparare a sviluppare quanto più possibile un atteggiamento ottimista, renderà anche più piacevole giocare. Un compagno ideale inciterà sempre – dall’inizio alla fine della partita – a prescindere dal risultato. L’ottimismo genera fiducia, la fiducia induce a sentirci più a nostro agio, quando ci sentiamo a nostro agio, rilassati e supportati, il gioco migliora. Tutto questo crea un circolo virtuoso che si autoalimenta e ottimizza la prestazione.
Un aspetto importante e da non sottovalutare, è che per comunicare in modo positivo ed essere ottimisti in modo efficace, dovremo essere autentici.
Per poter essere autentici e migliorare la relazione con il nostro compagno, dobbiamo prima migliorare la relazione che abbiamo con noi stessi. Altrimenti, non possiamo offrire a qualcun altro qualcosa che non abbiamo interiorizzato e fatto nostro. Non saremmo credibili. Per cui attenzione anche al linguaggio del corpo. Il corpo non mente mai; se diciamo “dai… vinciamo questo punto”, con un tono di voce dimesso e senza enfasi e le spalle curve, il messaggio che prevale è quello corporeo. I nostri comportamenti forniscono, senza l’ausilio delle parole, molte informazioni circa il nostro stato interiore. La comunicazione non verbale assume un valore molto importante, dunque è necessario essere consapevoli del messaggio che si sta veicolando ed essere congruenti. Una buona alternativa al dialogo può essere anche quella di avvicinarci al nostro compagno, con uno sguardo d’intesa per infondergli sicurezza, camminargli a fianco, magari dargli una pacca sulla spalla per incoraggiarlo, fargli un sorriso per rassicurarlo e smorzare la tensione. In tal modo si sentirà supportato e sarà più facile affrontare le difficoltà. Creare vicinanza genera fiducia, intesa e permette di accedere più agevolmente ad una performance di coppia ottimale.
Questi sono solo alcuni suggerimenti che è possibile sperimentare, tuttavia, è chiaro che ci possono essere delle eccezioni in base al rapporto più o meno stretto tra i giocatori. In ogni caso, nella maggior parte dei casi, mantenere un atteggiamento positivo, costruttivo e autentico è fondamentale per ritrovare forza mentale ed essere resilienti anche nei momenti più critici.
Nel padel il motto “l’unione fa la forza” è più che mai veritiero!
Da sempre appassionata alle relazioni e alle tematiche sociali, mi sono laureata in Psicologia Clinica e della riabilitazione e in Sociologia con indirizzo comunicazione, dopo anni di sport praticato a livello agonistico in campo internazionale. Nel tempo, l’esser diventata moglie e mamma, le difficoltà e le inevitabili crisi mi hanno portato a conoscere il counseling, da cui sono stata letteralmente rapita dal primo istante … mai stata così sicura in vita mia, sentivo che era proprio questa la mia strada!
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